sabato 14 aprile 2012

Intervista alla redazione della rivista Rarinantes

Ecco il testo dell'intervista fatta alla redazione della rivista Rarinantes andata in onda durante la puntata di Indietravel dell'11 marzo, che abbiamo dedicato alla musica indipendente del Giappone in occasione del primo anniversario dello tsunami del 2011. Nel menu a lato della pagina, troverete il link al sito di Radio Radicchio dove potrete riascoltare il podcast della puntata.
Hanno risposto alle nostre domande Roberto Greco, Annalucia Prete e Federica Marsano (responsabile di Rarinantes), che ringraziamo molto della disponibilità.


Spiegateci cos'è Rari Nantes. Una forma di street communication? Un'urgenza di comunicazione? Guerrilla marketing?

(Roberto) Bella domanda, Gigi! Diciamo che il progetto nasce un po' per caso nel 2010 dalla voglia che ognuno di noi ha di comunicare, di interagire con il mondo che lo circonda e trovare nuovi punti di contatto e nuovi stimoli per arricchire un dibattito culturale ormai stagnante e secondo noi anche scontato. Il primo numero aveva lo scopo di pubblicizzare i servizi e le strutture che con tanta passione portiamo avanti all'interno dell'associazione di Parabita (in provincia di Lecce, ndr) di cui facciamo parte, Il Laboratorio. Dal primo numero di Rarinantes al secondo, abbiamo voluto cambiare il taglio editoriale e stravolgere quindi i canoni precedenti, capendo anche l'importanza del coinvolgimento delle persone. Abbiamo fatto ciò grazie all'utilizzo di una nuova tecnica di comunicazione, di una nuova forma di comunicazione: il guerrilla marketing, appunto. E, sinceramente, ha avuto un successo straordinario.


A proposito, diteci come hanno reagito i vostri concittadini di Parabita all'iniziativa e come si sono posti nei vostri confronti i media convenzionali locali, vista la particolarità del metodo di distribuzione, riconducibile alle forme di guerrilla marketing: la cittadina si è infatti svegliata una mattina piena di grucce in giro con appeso uno strano giornale.

(Annalucia) Sì, effettivamente la modalità di diffusione della rivista si è presentata alquanto stravagante e originale. Rari Nantes infatti si è presentato ripiegato su una gruccia appendiabiti disposta sugli arredi urbani nelle principali strade del paese. È stato davvero bello vedere lo stupore negli occhi dei parabitani che si avvicinavano incuriositi alle panchine, alle siepi, alberi e alle altre strutture e spazi pubblici per visionare e scoprire questa strana novità. Novità che ha suscitato grande entusiasmo anche nei media locali, che si sono dimostrati interessati al nostro tipo di comunicazione definita non convenzionale, con informazioni alternative, inusuali e innovative, fuori dai canoni e dagli schemi tradizionali.


A noi è sembrato che Rarinantes, più che una comunicazione inusuale nel territorio e del territorio, sia una forma di comunicazione che potremmo definire, pensando a Zygmunt Bauman, glocale. Ci pare che ciò sia testimoniato dal fatto che nel primo numero, uscito a marzo del 2011, gli articoli sono di ampio respiro e vanno dalle conferenze ONU di Kyoto e Cancún sul clima alle politiche culturali e giovanili del basso Salento. Queste ultime, peraltro, sono prese in considerazione con una capacità di disamina molto critica che non è solo di denuncia ma anche (e profondamente) propositiva. Tutto questo è solo una nostra impressione?

(Federica) Effettivamente, glocale è la parola giusta, illuminante, nel senso che abbiamo voluto trattare inizialmente temi globali: con l'inchiesta sull'AIDS, per esempio, ci premeva affrontare il problema non soltanto ricordando che il 1 dicembre è la Giornata Mondiale contro l'AIDS, ma anche cercando di discuterne e di ricordarlo ai nostri concittadini parabitani e a chi leggeva il giornale.


A proposito di tematiche relative alla salute, è vero che avete in programma di iniziare una rubrica aperta alle domande dei lettori a cui risponderebbero esperti nel campo?

(Federica) Sì, la rubrica è Rari Answer e ci affidiamo ad un consultorio: chiunque voglia sapere il punto di vista di un esperto può scrivere sulla rubrica (all'indirizzo email rarianswer@rarinantes.info). Tornando al precedente discorso sul glocale: oltre al già citato articolo sull'AIDS, sul numero del 2011 della rivista parlavamo anche di ambiente nell'articolo sulla conferenza ONU di Cancún; l'anno scorso per noi era importante affrontare anche la problematica ambientale perché, ricordiamolo, il 2011 è stato l'anno del referendum in Italia sul nucleare e quindi era importante lasciare anche noi, come Rarinantes, come giovani di un Paese che ha lottato contro il nucleare, la nostra impronta. Abbiamo parlato anche delle rivoluzioni arabe perché, come territorio, ci affacciamo sul Mediterraneo, gli arabi sono i nostri “vicini” e non potevamo assolutamente dimenticarli. Volevamo cercare, quindi, di portare quel vento rivoluzionario anche qui. Circa le tematiche più inerenti all'istruzione, alla cultura, alla storia, abbiamo cercato, strategicamente, di affrontarle dal punto di vista locale: Rarinantes, infatti, essendo una rivista che si pone come strumento di battaglia culturale, non può non parlare di tematiche come istruzione e cultura senza partire dal locale e quindi senza fare da vetrina a tutte quelle associazioni e quei personaggi importanti che vogliono partire da Parabita, dal Salento e dalla Puglia ed esprimere la propria cultura, la propria idea di cultura e le proprie opinioni.


Spiegateci anche il nesso fra questa puntata di Indietravel, che è dedicata alla musica underground giapponese e la vostra rivista. Chi ci ascolta starà sicuramente chiedendosi cosa le leghi...

(Roberto) A nostro parere, crediamo che il nesso sia uno solo: la sensibilità che ognuno di noi esprime nei confronti di quanto successo un anno fa in Giappone. Il nuovo numero di Rarinantes, uscito l'11 marzo 2012 nel primo anniversario dello tsunami, è infatti solo ed esclusivamente improntato sul Giappone. Noi abbiamo espresso la nostra sensibilità attraverso la scrittura, voi, a vostro modo, attraverso la musica. Il nesso è proprio quello di voler sensibilizzare le menti di chi ascolta o ci legge al disastro inenarrabile che ha colpito quel Paese. Fondamentali sono stati i contributi che ci sono arrivati in redazione al tema monografico che abbiamo voluto sviluppare. Il vostro è stato un articolo sui suoni e la musica del Sol Levante; in più, fondamentale è stata per noi la testimonianza diretta che Simone Legno, fondatore del famosissimo marchio Toki Doki, ha raccolto da un giornalista di tutto rispetto, inviato di Sky Tg24: Pio d'Emilia. Dobbiamo dire un grazie particolare a Barbara, un'amica che darebbe tutto per il Giappone. Vorremmo ringraziare anche chi sostiene la nostra iniziativa: lo sponsor ufficiale di Rarinantes, che è la cooperativa Lecce Città Universitaria, e le Officine Cantelmo.


Rarinantes ha inaugurato da qualche settimana il proprio sito. Lì e sull'edizione cartacea (che si può richiedere scrivendo a rarinantes2010@libero.it), potrete leggere un nostro articolo sulla musica giapponese. In bocca al lupo e buon lavoro a tutta la redazione!

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